Le origini: un talento cresciuto in famiglia
Roby Facchinetti, all’anagrafe Camillo Facchinetti, nasce a Bergamo il 1° maggio 1944. Cresce in una famiglia semplice ma ricca di valori, in un contesto affettuoso che non frena ma anzi incoraggia la sua passione per la musica. Nipote di un compositore e direttore di coro, scopre la forza del suono grazie a un organetto a bocca ricevuto da bambino. È da quel momento che decide: la musica sarà la sua vita.
A soli sei anni inizia a studiare la fisarmonica con il Maestro Ravasio e a dieci si innamora del pianoforte, che diventa il suo strumento d’elezione. A undici anni scrive le sue prime composizioni. Fin da giovanissimo frequenta gruppi musicali locali, suonando nei locali più importanti d’Italia.
L’incontro con i Pooh: una storia che segna la musica italiana
Nel marzo 1966, Roby incontra il gruppo dei Pooh, fondato da Valerio Negrini. Entra come tastierista al posto dell’inglese Bob Gillot e debutta con loro al Moulin Rouge di Cattolica. È l’inizio di una carriera lunga oltre 50 anni, durante la quale Facchinetti diventa non solo tastierista e voce principale della band, ma anche compositore di gran parte del repertorio, insieme a Negrini prima e D’Orazio poi.
Tra i capolavori firmati da Roby ci sono brani che hanno segnato la storia della musica italiana:
“Tanta voglia di lei”, “Dammi solo un minuto”, “Chi fermerà la musica”, “Pensiero”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Uomini soli” (vincitrice di Sanremo 1990), e moltissime altre.
Il pop-rock sinfonico dei Pooh e la firma di Roby
Facchinetti ha saputo unire melodia italiana, studio classico e modernità, dando vita con i Pooh a un genere unico in Italia: il pop-rock sinfonico. È lui a scrivere alcune delle suite più complesse e affascinanti della band, come “Parsifal”, “Il tempo una donna la città”, “Opera Prima”, “Padre del fuoco padre del tuono padre del nulla”, “Dove comincia il sole”.
Ha composto anche brani strumentali per la RAI, utilizzati in sceneggiati di successo, e ha esplorato anche la scena teatrale scrivendo musiche per musical come “Pinocchio” (arrivato fino a Broadway), “Aladin” e “Zorro”.
La carriera solista e i progetti personali
Parallelamente all’attività con i Pooh, Roby ha portato avanti anche la sua carriera da solista. Ha pubblicato tre album:
Roby Facchinetti (1984)
Fai col cuore (1993)
Ma che vita la mia (2014)
In questi lavori emerge il suo stile personale, più intimo e orchestrale, con brani come “Vivrò”, “Anima e corpo”, “Due belle persone”, “Holiday Inn”, “Più di un giorno in più”.
Negli anni ha collaborato anche con Riccardo Fogli, Milva, Marcella Bella, Fiordaliso, e ha scritto inni per l’Atalanta, squadra del cuore. Ha composto anche musiche ispirate alla spiritualità, come l’“Alleluja” per Papa Giovanni XXIII.
Nuove generazioni, TV e un’eredità che continua
Nel 2015 partecipa con il figlio Francesco Facchinetti a The Voice of Italy in veste di coach. Il loro concorrente, Fabio Curto, vince l’edizione. Sempre con Francesco realizza anche la sitcom “I Facchinetti’s”. Il rapporto padre-figlio si è anche concretizzato in un duetto a Sanremo.
Nel 2014 riceve il Premio Mia Martini alla carriera e viene omaggiato da 50 Cent, che utilizza un suo brano (“Io e te per altri giorni”) per un singolo hip hop, segno del riconoscimento anche internazionale della sua arte.
Oltre la musica: cinema, vino e passione per la vita
Roby è anche un appassionato di cinema d’autore, collezionista di vini pregiati (oltre 2.500 bottiglie), sportivo (fa jogging ogni giorno), tifoso dell’Atalanta e simpatizzante di Milan e Inter (per stare in pace con la famiglia).
Ha cinque figli e una vita familiare solida, condivisa con la moglie Giovanna da quasi trent’anni. Un uomo che ha saputo coniugare successo artistico, valori personali e passione inesauribile per la musica.
Fonte biografia robyfacchinetti.it.







