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NTT DATA, il colosso dell’innovazione tecnologica investe in Italia.  La Silicon Valley è a Cosenza

Il Meridione d’Italia risulta ancora premiato anche per i dati relativi alla provenienza universitaria dei nuovi lavoratori di NTT DATA assunti nel triennio 2014-2017. Investimenti per la ricerca scientifica, valorizzazione del capitale umano e assunzioni. Silicon Valley? No, Cosenza. Una storia che già di per sé farebbe sgranare gli occhi nell’Italia che esce a rilento dalla crisi, ma resa ancor più sorprendente perché il protagonista è la zona dove le difficoltà economiche sono maggiori, il Sud.

Cresce l’occupazione nella sede cosentina del colosso di telecomunicazioni giapponese NTT DATA, dove è presente con uno dei suoi tre centri mondiali per la ricerca e lo sviluppo. Gli altri sono a Palo Alto e a Tokyo. Crescono inoltre le assunzioni sul resto del territorio nazionale (la società è presente anche Milano, Roma, Torino, Genova, Pisa, Treviso e Napoli). Dal 2014 al 2017 (dati NTT) sono stati assunti oltre mille professionisti e la millesima assunta, per il reparto Cybersecurity, è una donna. E donne sono il 30% della nuova forza lavoro, impegnate anche in lavori ad alto “tasso tecnologico”. “Continuiamo a investire nella valorizzazione dei talenti femminili in azienda con l’obiettivo di aumentare la quota di donne che lavorano nel settore dell’innovazione tecnologica“, dice l’ad Walter Ruffinoni.

Per quanto riguarda i dati sulla provenienza universitaria dei neoassunti, il Meridione è ancora protagonista. Negli ultimi tre anni, il 45% dei nuovi lavoratori arriva da atenei del Sud (soprattutto dall’Università della Calabria e dalla Federico II), il 33% dal Centro e il 18% dal Nord.

E le assunzioni sono destinate a crescere.

Per il 2018 l’azienda giapponese prevede altri 350 nuovi inserimenti, con prevalenza nelle sedi di Milano e Roma. A Napoli e Cosenza gli occupati dovrebbero aumentare di 80 unità, con l’obbiettivo di arrivare a 500 dipendenti effettivi sulle due sedi nei prossimi anni.

Secondo Ruffinoni questo conferma la volontà degli azionisti “di investire in Italia, un Paese di grande valore in termini di creatività, qualità del lavoro e impegno delle persone”. Una storia in controtendenza che spacca molti stereotipi, ma che rischia di rimanere un’oasi nel deserto.

Fonte: Repubblica e Adkronos

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